Aritmie cardiache: cosa sono e perché non vanno trascurate

6 settembre 2025

Aritmie cardiache: sintomi, cause, prevenzione e cure spiegate dal cardiologo

Le aritmie cardiache sono disturbi del ritmo del cuore che possono manifestarsi con palpitazioni, senso di “cuore in gola”, stanchezza o vertigini. In molti casi sono innocue, ma talvolta possono rappresentare un segnale di malattie cardiache più importanti. Riconoscerle e rivolgersi tempestivamente a uno specialista è fondamentale per distinguere le forme benigne da quelle che necessitano di un trattamento mirato.


Aritmie cardiache: cosa sono e perché non vanno trascurate

Bradicardia, tachicardia ed extrasistolia: i principali tipi di aritmie

Il cuore normalmente batte in modo regolare, con una frequenza che nell’adulto varia tra i 60 e i 100 battiti al minuto. Ogni battito è regolato da un impulso elettrico che nasce nel nodo seno-atriale (NSA), una sorta di “batteria naturale” situata nell’atrio destro. Quando questo sistema elettrico non funziona correttamente, possono insorgere le aritmie cardiache, ossia alterazioni della frequenza o della regolarità del battito.

Le forme più comuni sono:

  • Bradicardia: si verifica quando la frequenza scende sotto i 60 battiti al minuto e il cuore batte troppo lentamente. Può essere dovuta a un difetto nella formazione dell’impulso o a blocchi atrio-ventricolari.
  • Tachicardia: si parla di tachicardia quando il cuore supera i 100 battiti al minuto. Può coinvolgere le camere superiori (atriale) o inferiori (ventricolare). Tra le più frequenti troviamo tachicardia da rientro nodale, tachicardia da rientro atrio-ventricolare, flutter atriale, fibrillazione atriale e tachicardia ventricolare.
  • Extrasistolia: non riguarda la velocità del battito, ma la sua regolarità. Consiste nella comparsa di battiti extra, isolati o ripetuti. È una delle aritmie più diffuse e, nella maggior parte dei casi, è innocua.

Riconoscere la tipologia di aritmia è fondamentale per distinguere quelle benigne da quelle che richiedono una valutazione specialistica e, se necessario, un trattamento mirato.

Cosa causa le aritmie

Nella maggior parte dei casi le aritmie sono benigne, ma talvolta possono rappresentare un campanello d’allarme di una disfunzione cardiaca o extra-cardiaca, congenita o acquisita.

Ecco le principali cause in base alla tipologia di aritmia:


Cause delle bradiaritmie

Le bradiaritmie si manifestano quando il cuore batte troppo lentamente (sotto i 60 bpm). Le cause più frequenti includono:

  • malattia ischemica cardiaca,
  • fibrosi senile delle cellule di conduzione,
  • malattie congenite che interessano la formazione o la propagazione dell’impulso elettrico,
  • disturbi elettrolitici (alterazioni di potassio, magnesio, calcio),
  • complicanze post cardiochirurgia.

In questi casi il nodo seno-atriale (NSA) può generare impulsi troppo lenti o addirittura bloccarsi, causando un arresto elettrico cardiaco. Alcune bradiaritmie, invece, possono dipendere da un’aumentata attività del nervo vago (solitamente di natura benigna).


Cause delle tachiaritmie

Le tachicardie, cioè i battiti superiori a 100 bpm, possono derivare da patologie cardiovascolari come:

  • ipertensione arteriosa,
  • aterosclerosi,
  • valvulopatie,
  • scompenso cardiaco,
  • cardiomiopatie,
  • tumori o infezioni,
  • patologie polmonari.

Anche lo stile di vita incide molto: abuso di alcol, caffeina, droghe o sostanze eccitanti, insieme a stress e stati d’ansia, possono favorirne la comparsa.


Cause delle extrasistoli

Le extrasistoli sono battiti prematuri o inattesi, che possono comparire in forma isolata o ripetitiva. Le cause possono essere:

  • cardiache: ischemia, cicatrici da infarto, dilatazione del cuore, malattie congenite elettriche, vizi valvolari, degenerazione o fibrosi cellulare;
  • non cardiache: asma, bronchiti croniche, patologie della tiroide, disturbi gastrointestinali, febbre, abuso di caffè, fumo, alcol, droghe o farmaci stimolanti.
  • In queste situazioni, alcune cellule cardiache al di fuori del nodo seno-atriale si “irritano” e generano impulsi extra che determinano le extrasistoli.
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I sintomi delle aritmie cardiache

Le aritmie possono manifestarsi in modi molto diversi: in alcuni casi sono asintomatiche, in altri invece danno segnali evidenti. I sintomi dipendono dal tipo di aritmia e sono legati soprattutto alla riduzione del flusso sanguigno che il cuore riesce a garantire agli organi, in particolare al cervello.


Sintomi della bradicardia

Quando il cuore batte troppo lentamente, il sangue può non circolare in modo adeguato. I sintomi più comuni sono:

  • stanchezza persistente,
  • capogiri,
  • svenimenti o perdita di coscienza (sincope).


Sintomi della tachicardia

Se i battiti superano i 100 al minuto, il cuore può affaticarsi e non pompare sangue in modo efficiente. In questo caso i sintomi includono:

  • affanno e difficoltà respiratorie,
  • vertigini e senso di instabilità,
  • debolezza improvvisa,
  • palpitazioni,
  • stordimento o confusione.


Sintomi delle extrasistoli

Le extrasistoli, spesso innocue, vengono percepite come battiti irregolari. Chi ne soffre riferisce:

  • percezione accentuata del battito,
  • palpitazioni,
  • sensazione di “cuore in gola”,
  • “farfallio” o vuoto improvviso nel petto.

Come prevenire le aritmie cardiache

La prevenzione delle aritmie dipende molto dalla loro causa scatenante. In generale, adottare uno stile di vita sano e ridurre i fattori di rischio è il primo passo per abbassarne la probabilità di insorgenza.


Tachicardia ed extrasistoli

Chi ha avuto episodi di tachicardia o extrasistolia dovrebbe prestare attenzione ad alcune abitudini che possono favorirne la comparsa. In particolare è bene evitare o ridurre:

  • sforzi fisici eccessivi e non controllati,
  • situazioni di stress e ansia,
  • fumo e nicotina,
  • uso di pillole dimagranti senza prescrizione medica,
  • sostanze eccitanti (caffè, tè, energy drink, cocaina, anabolizzanti).


Bradiaritmie

Quando non sono congenite, le bradiaritmie possono essere prevenute:

  • sospendendo, se possibile, farmaci che rallentano eccessivamente il battito,
  • evitando condizioni che stimolano eccessivamente il nervo vago, come la defecazione forzata, lo svuotamento della vescica in piedi, o la vista del sangue e i prelievi eseguiti in ortostatismo (che in soggetti sensibili possono causare rallentamenti marcati del battito o svenimenti).


Aritmie congenite e severe

Un discorso a parte riguarda le aritmie congenite e potenzialmente pericolose per la vita. In questi casi è fondamentale eseguire controlli cardiologici regolari, spesso anche nei familiari dei pazienti affetti, e affidarsi a percorsi diagnostici specifici, talvolta invasivi, per prevenire complicanze gravi.

Come curare le aritmie cardiache

La prevenzione delle aritmie dipende molto dalla loro causa scatenante. In generale, adottare uno stile di vita sano e ridurre i fattori di rischio è il primo passo per abbassarne la probabilità di insorgenza.


Tachicardia ed extrasistoli

Chi ha avuto episodi di tachicardia o extrasistolia dovrebbe prestare attenzione ad alcune abitudini che possono favorirne la comparsa. In particolare è bene evitare o ridurre:

  • sforzi fisici eccessivi e non controllati,
  • situazioni di stress e ansia,
  • fumo e nicotina,
  • uso di pillole dimagranti senza prescrizione medica,
  • sostanze eccitanti (caffè, tè, energy drink, cocaina, anabolizzanti).


Bradiaritmie

Quando non sono congenite, le bradiaritmie possono essere prevenute:

  • sospendendo, se possibile, farmaci che rallentano eccessivamente il battito,
  • evitando condizioni che stimolano eccessivamente il nervo vago, come la defecazione forzata, lo svuotamento della vescica in piedi, o la vista del sangue e i prelievi eseguiti in ortostatismo (che in soggetti sensibili possono causare rallentamenti marcati del battito o svenimenti).


Aritmie congenite e severe

Un discorso a parte riguarda le aritmie congenite e potenzialmente pericolose per la vita. In questi casi è fondamentale eseguire controlli cardiologici regolari, spesso anche nei familiari dei pazienti affetti, e affidarsi a percorsi diagnostici specifici, talvolta invasivi, per prevenire complicanze gravi.

FAQ aritmie cardiache: le risposte alle domande più frequenti

Le aritmie sono un disturbo comune ma spesso frainteso: non sempre sono pericolose, ma richiedono attenzione e controlli specialistici. Qui trovi le risposte alle domande più frequenti per chiarire dubbi e capire quando è necessario rivolgersi a un cardiologo.

  • Le aritmie sono sempre pericolose?

    No, molte aritmie sono benigne e non richiedono trattamento. Tuttavia, alcune possono essere spia di malattie cardiache gravi: per questo è importante una valutazione medica.

  • Quali sono i sintomi più comuni delle aritmie?

    Palpitazioni, stanchezza, vertigini, senso di “cuore in gola”, affanno, debolezza improvvisa o svenimenti. In alcuni casi possono essere asintomatiche.

  • Da cosa possono essere causate le aritmie?

    Le cause variano: malattie cardiache (ischemia, valvulopatie, cardiomiopatie), disturbi ormonali, squilibri elettrolitici, patologie polmonari, abuso di alcol, caffeina o droghe, ma anche stress e ansia.

  • Come si diagnosticano le aritmie?

    Attraverso visita cardiologica, ECG, Holter 24/48 ore, test da sforzo o ecocardiogramma. In alcuni casi si ricorre a esami più approfonditi come lo studio elettrofisiologico.

  • Si possono prevenire le aritmie?

    Sì, evitando fumo, alcol e sostanze eccitanti, gestendo lo stress e curando eventuali patologie di base. Alcune aritmie congenite richiedono invece controlli specifici e regolari.

  • Come si curano le aritmie cardiache?

    Molte non richiedono terapia. Nei casi più complessi si può ricorrere a farmaci antiaritmici, pacemaker, defibrillatori impiantabili o ablazione transcatetere, a seconda della causa.

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