Le principali malattie cardiovascolari: sintomi, cause e cure

6 settembre 2025

Malattie cardiovascolari: cause, sintomi e cure di infarto, ictus, aritmie e altre patologie del cuore. Scopri fattori di rischio ed esami utili

Le malattie cardiovascolari sono la principale causa di morte nei Paesi occidentali e comprendono un ampio gruppo di patologie che interessano cuore e vasi sanguigni. Alla base vi è spesso l’aterosclerosi, ossia il restringimento o l’ostruzione delle arterie, che può portare a eventi acuti come l’infarto o l’ictus.


In Italia, secondo l’Istituto Superiore di Sanità, la cardiopatia ischemica è responsabile del 28% dei decessi, mentre gli accidenti cerebrovascolari (ictus e TIA) incidono per circa il 9%. Fattori come fumo, sedentarietà, dieta poco equilibrata, alcol, diabete e ipertensione giocano un ruolo decisivo nell’aumentare il rischio.


Oggi, oltre agli esami tradizionali, biomarcatori innovativi come oxLDL e ADMA consentono di individuare precocemente condizioni di sub-infiammazione vascolare, permettendo diagnosi tempestive e strategie di prevenzione personalizzate.


Le principali malattie cardiovascolari: sintomi, cause e cure

Le malattie cardiovascolari più comuni

Le malattie cardiovascolari comprendono un ampio gruppo di patologie che colpiscono il cuore e i vasi sanguigni. Sebbene in senso stretto includano qualsiasi condizione che interessa il sistema cardiocircolatorio, nel linguaggio comune il termine viene spesso associato ai disturbi legati all’aterosclerosi, cioè il restringimento o l’ostruzione delle arterie dovuti all’accumulo di placche di grasso.


Questi processi patologici sono alla base di alcune delle malattie più diffuse e gravi:

  • patologie coronariche come angina pectoris e infarto,
  • malattie cerebrovascolari come ictus e attacchi ischemici transitori (TIA),
  • malattie vascolari periferiche, come la claudicatio intermittens.


Nella categoria delle malattie cardiovascolari rientrano anche:

  • i difetti congeniti del cuore,
  • le malattie reumatiche con interessamento miocardico,
  • le varie forme di aritmia,
  • le valvulopatie (disturbi delle valvole cardiache),
  • l’insufficienza cardiaca.



Si tratta quindi di un insieme ampio e complesso di patologie che, pur avendo cause diverse, condividono l’impatto sul corretto funzionamento del cuore e sulla salute dei vasi sanguigni.

Malattie cardiovascolari: la prima causa di morte nei Paesi occidentali

A livello mondiale – e in particolare nei Paesi industrializzati con stile di vita tipicamente occidentale – le malattie cardiovascolari rappresentano ancora oggi la principale causa di morte.

Un ruolo determinante in questo primato lo hanno le patologie legate all’aterosclerosi, che colpisce arterie e coronarie riducendo l’afflusso di sangue a cuore, cervello e altri organi vitali.

La comparsa di queste malattie è spesso favorita da abitudini scorrette, ormai diffuse nella vita quotidiana di molti:

  • fumo di sigaretta,
  • abuso di alcol e droghe,
  • sedentarietà e scarsa attività fisica,
  • alimentazione poco equilibrata, ricca di grassi e zuccheri, ma povera di nutrienti realmente necessari all’organismo.
  • Uno stile di vita più sano e controlli cardiologici regolari rappresentano quindi i due strumenti principali per ridurre il rischio e proteggere la salute del cuore.
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Cardiopatia ischemica: infarto, angina e cardiopatia ischemica cronica

La cardiopatia ischemica (o coronaropatia) è dovuta a un ridotto afflusso di sangue al cuore, causato dal restringimento o dall’ostruzione delle arterie coronarie. Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, è responsabile del 28% dei decessi in Italia. Include:

  • Infarto del miocardio (attacco cardiaco)
    È un evento acuto caratterizzato da
    forte dolore o oppressione al petto, che può irradiarsi al braccio sinistro, alla schiena, alle spalle o alla mandibola. Può essere accompagnato da mancanza di respiro, sudore freddo, nausea o svenimento. Nelle donne i sintomi possono essere più sfumati, come dolore alla schiena, nausea o difficoltà respiratorie, e per questo spesso sottovalutati.
  • Angina pectoris
    Si manifesta con
    dolore toracico sotto sforzo, che tende a ridursi a riposo. Non è mortale, ma rappresenta un campanello d’allarme per un possibile infarto o ictus: richiede quindi immediata valutazione medica.
  • Cardiopatia ischemica cronica (CIC)
    Causata dalla presenza stabile di
    placche aterosclerotiche nelle coronarie, riduce il flusso sanguigno al cuore. È frequente soprattutto negli anziani e comporta un rischio maggiore di eventi acuti.

Accidenti cerebrovascolari: ictus, TIA e aneurismi

Gli incidenti cerebrovascolari derivano dall’ostruzione o dalla rottura improvvisa di un vaso sanguigno nel cervello. In Italia, secondo l’ISTAT, sono responsabili di circa il 9% dei decessi. I principali fattori di rischio includono ipertensione, diabete, colesterolo alto, fumo, alcol, stress e sedentarietà.


  • Ictus
    Evento acuto che può avere conseguenze gravi o fatali. Si manifesta con
    debolezza improvvisa di viso, braccia o gambe (di solito da un lato del corpo), difficoltà a parlare, perdita di equilibrio, disturbi visivi e forte mal di testa. La sigla FAST aiuta a riconoscerlo rapidamente:
  • Face: asimmetria del volto;
  • Arms: incapacità di alzare o mantenere sollevate le braccia;
  • Speech: difficoltà a parlare.
    In presenza di questi segnali, bisogna
    chiamare subito il 118.


  • Attacco ischemico transitorio (TIA o mini-ictus)
    Provoca sintomi simili all’ictus, ma transitori, della durata di pochi minuti o ore, risolvendosi entro un giorno. Non va mai sottovalutato: rappresenta un
    campanello d’allarme per un possibile ictus futuro.



  • Aneurisma cerebrale
    È una
    dilatazione anomala di un’arteria cerebrale, che può rompersi causando emorragia cerebrale e sintomi simili a un ictus (oltre a fotofobia o crisi epilettiche). La rottura di un aneurisma è una condizione di emergenza che può risultare letale.

Altre malattie cardiovascolari comuni

Oltre alle cardiopatie ischemiche e agli accidenti cerebrovascolari, esistono numerose altre malattie che possono colpire il sistema cardiovascolare. Alcune sono congenite, altre acquisite nel corso della vita: tutte, se trascurate, possono compromettere seriamente la salute del cuore e dei vasi sanguigni.


  • Claudicazione intermittente
    È dovuta al restringimento o all’occlusione delle arterie delle gambe, più frequente negli anziani. Provoca
    debolezza agli arti inferiori, cambiamenti del colore della pelle, ferite che non guariscono, crescita lenta delle unghie e perdita di peli. Negli uomini può associarsi a disfunzione erettile. È un segnale di malattia arteriosa periferica, che tende a peggiorare senza un trattamento adeguato.


  • Insufficienza cardiaca (scompenso cardiaco)
    Si verifica quando il cuore perde forza e non riesce più a pompare sangue in modo efficace. I sintomi comprendono
    stanchezza, affanno sotto sforzo (o anche a riposo), gonfiore a gambe e caviglie, tosse persistente, addome gonfio e confusione mentale. Colpisce soprattutto tra i 75 e gli 85 anni e rappresenta una delle principali cause di ricovero in Italia. Non può guarire, ma può essere gestita con terapie mirate che migliorano la qualità di vita.


  • Malformazioni congenite
    Sono difetti della struttura cardiaca presenti dalla nascita, la più comune delle anomalie congenite nei neonati. Alcune restano asintomatiche per anni e si scoprono solo con una visita cardiologica. Un esempio è la
    cardiomiopatia ipertrofica, caratterizzata dall’ispessimento delle pareti del cuore. Possono avere origine genetica o essere favorite da malattie materne in gravidanza.


  • Endocardite
    È un’infiammazione dell’endocardio (rivestimento interno del cuore), che può essere
    infettiva o non infettiva. I sintomi più comuni sono febbre, tachicardia, affaticamento, dolori agli arti, sudorazione e perdita di peso. Può provocare complicanze come coaguli e ischemie. A rischio sono soprattutto tossicodipendenti che usano siringhe, immunodepressi, persone con valvole cardiache artificiali o difetti cardiaci congeniti.


  • Aritmie
    Sono alterazioni del ritmo cardiaco:
  • tachicardia (battito troppo veloce),
  • bradicardia (battito troppo lento),
  • fibrillazione atriale (ritmo irregolare).
    Il sintomo più frequente è la
    palpitazione, percepita come battito accelerato o irregolare. Alcune aritmie sono innocue, altre indicano problemi seri come ischemie. Serve assistenza immediata se il cuore supera i 120 battiti/minuto o scende sotto i 45, soprattutto in presenza di stordimento, dolore toracico o svenimento.


  • Cardiomegalia (cuore ingrossato)
    È l’aumento di volume del cuore, temporaneo o permanente, causato da altre malattie cardiache, renali o tiroidee. I sintomi includono
    affaticamento, respiro corto, gonfiore a gambe e caviglie e aritmie. La gravità dipende dalla causa sottostante, ed è fondamentale rivolgersi a un cardiologo ai primi segnali.


  • Valvulopatie (malattie delle valvole cardiache)
    Sono disturbi legati al
    malfunzionamento delle quattro valvole cardiache, che con l’età possono ispessirsi o irrigidirsi, compromettendo il flusso sanguigno. Possono essere rilevate durante una visita cardiologica e, nei casi più avanzati, richiedere interventi chirurgici o sostituzione valvolare.

Rischio cardiovascolare e sub-infiammazione clinica

Oggi sappiamo che il rischio cardiovascolare non dipende soltanto da colesterolo alto, ipertensione o diabete, ma anche da processi di sub-infiammazione cronica a carico dei vasi sanguigni. Questa condizione, spesso silente, può essere individuata attraverso biomarcatori innovativi come oxLDL (colesterolo LDL ossidato) e ADMA (asymmetric dimethylarginine).


L’oxLDL è direttamente coinvolto nella formazione delle placche aterosclerotiche, mentre l’ADMA segnala una ridotta produzione di ossido nitrico, sostanza fondamentale per la dilatazione dei vasi. Valori elevati di questi marker indicano uno stato infiammatorio precoce dell’endotelio, che può precedere di anni la comparsa delle patologie cliniche. Per questo motivo, integrarli nei controlli di routine consente di avere una valutazione del rischio cardiovascolare più precisa e di avviare strategie di prevenzione personalizzate.

FAQ malattie cardiovascolari: le risposte alle domande più frequenti

Infarto, ictus, aritmie, scompenso cardiaco: le malattie cardiovascolari spaventano e sollevano molte domande. Quando fare una visita? Quali sintomi non sottovalutare? Esistono esami innovativi per la prevenzione? Abbiamo raccolto le risposte alle domande più frequenti, per chiarire i dubbi più comuni e aiutarti a prenderti cura della salute del cuore.

  • Quali sono le malattie cardiovascolari più comuni?

    Tra le principali ricordiamo la cardiopatia ischemica (infarto, angina, cardiopatia cronica), gli ictus e i TIA, l’aneurisma cerebrale, le aritmie, lo scompenso cardiaco, le valvulopatie e le malattie vascolari periferiche.

  • Quali sintomi devono far pensare a un infarto?

    Dolore o oppressione al petto che può irradiarsi a braccio, mandibola o schiena, sudorazione fredda, nausea, affanno e senso di svenimento. Nelle donne i sintomi possono essere più sfumati (mal di schiena, nausea, difficoltà a respirare).

  • Come riconoscere un ictus?

    Un improvviso indebolimento o torpore a viso, braccia o gambe (di solito da un lato del corpo), difficoltà a parlare, disturbi visivi, perdita di equilibrio e forte mal di testa. La regola FAST (Face, Arms, Speech, Time) aiuta a identificarlo: in presenza di questi segnali bisogna chiamare subito il 118.

  • Quali sono i fattori di rischio cardiovascolare più importanti?

    Fumo, ipertensione, colesterolo alto, diabete, obesità, sedentarietà, stress e familiarità. Sono prevenibili con uno stile di vita sano e controlli periodici.

  • Che ruolo hanno i biomarcatori oxLDL e ADMA?

    L’oxLDL indica colesterolo LDL ossidato, coinvolto nella formazione delle placche aterosclerotiche. L’ADMA riflette la funzionalità endoteliale e segnala una ridotta capacità dei vasi di dilatarsi. Valori elevati rivelano una condizione di sub-infiammazione vascolare, che aumenta il rischio di eventi cardiovascolari.

  • Si possono prevenire infarto e ictus?

    Sì. La prevenzione passa da dieta equilibrata, attività fisica regolare, stop al fumo, controllo del peso, monitoraggio della pressione e del colesterolo, oltre a visite cardiologiche di screening.

  • Quando è consigliata una visita cardiologica preventiva?

    Negli uomini dopo i 35 anni e nelle donne dopo i 40, o prima in presenza di fattori di rischio o sintomi sospetti.

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