La depressione post partum e le sue conseguenze sul bambino

19 settembre 2025

Depressione post partum: sintomi, cause, rischi e cure per proteggere la mamma e il bambino

La depressione post partum è una condizione che colpisce molte donne dopo la nascita di un figlio, ma ancora troppo spesso viene sottovalutata o confusa con il cosiddetto baby blues. Si tratta invece di un disturbo che può avere conseguenze importanti sia sulla salute della madre che sul benessere del bambino e dell’intera famiglia.


In questo articolo analizzeremo cos’è la depressione post partum, quali sono i sintomi, le cause, i fattori di rischio e le possibili complicazioni. Approfondiremo inoltre gli strumenti di diagnosi e i trattamenti più efficaci per affrontarla, evidenziando l’importanza del supporto psicologico e di una diagnosi precoce.



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La teoria di André Green

Lo psicoanalista André Green ha descritto questa condizione con l’espressione “Complesso della madre morta”:

“La madre morta è dunque, contrariamente a ciò che si potrebbe credere, una madre che resta in vita, ma che è, per così dire, morta psichicamente agli occhi del piccolo bambino di cui si prende cura.”

Questa definizione rende chiaro un punto fondamentale: non si parla di una madre fisicamente assente, ma di una madre che il bambino percepisce come emotivamente spenta e inaccessibile.

Il figlio si ritrova improvvisamente di fronte a un “nucleo freddo”, avvertendo di aver perso l’amore materno. Tale vissuto genera un vero e proprio trauma affettivo.


Poiché il bambino non ha ancora gli strumenti per comprendere il cambiamento e darsi una spiegazione, tenderà a colpevolizzarsi, interpretando l’assenza emotiva della madre come una conseguenza di un proprio errore o di una propria mancanza.

Depressione Post Partum: sintomi e segnali da non ignorare

La depressione post partum può manifestarsi in forme diverse, dai disturbi lievi e transitori fino a condizioni più gravi che richiedono un intervento medico immediato.


Baby blues: la forma più comune e transitoria

Il cosiddetto baby blues, che compare nei primi giorni dopo il parto e si risolve spontaneamente entro una o due settimane, è caratterizzato da:

  • Sbalzi d’umore;
  • Ansia e tristezza;
  • Irritabilità e pianto frequente;
  • Difficoltà di concentrazione;
  • Disturbi del sonno.

Si tratta di una fase normale e temporanea, dovuta ai cambiamenti ormonali e all’adattamento alla nuova condizione di madre.


Depressione post partum vera e propria

Quando i sintomi persistono oltre le due settimane o diventano intensi, si può parlare di depressione post partum. In questo caso, i segnali sono più simili a quelli della depressione maggiore e possono compromettere la capacità della madre di prendersi cura di sé e del bambino.
Tra i sintomi più comuni:

  • Perdita di appetito o, al contrario, alimentazione eccessiva;
  • Insonnia o sonno eccessivo;
  • Stanchezza estrema, dolori muscolari e mal di testa;
  • Irritabilità intensa e crisi di rabbia;
  • Perdita di interesse per la sessualità e per le attività quotidiane;
  • Profonda tristezza, perdita di entusiasmo e senso di vuoto;
  • Sentimenti di colpa, vergogna o inadeguatezza;
  • Difficoltà nel legame con il bambino e tendenza all’isolamento;
  • Nei casi più gravi, pensieri di autolesionismo o di fare del male al neonato.

Se non trattata, la depressione post partum può durare mesi o persino anni, con gravi conseguenze per la madre e per lo sviluppo del bambino.


Psicosi post partum: una condizione rara ma grave

In rari casi, la depressione può evolvere in psicosi post partum, che insorge di solito nelle prime due settimane dopo il parto. È una condizione urgente e potenzialmente pericolosa, i cui sintomi includono:

  • Confusione mentale e disorientamento;
  • Allucinazioni e deliri;
  • Paranoia;
  • Comportamenti rischiosi, fino al tentativo di ferire se stesse o il bambino.


Quando rivolgersi al medico

È fondamentale chiedere aiuto se i sintomi:

  • Persistono oltre le due settimane;
  • Peggiorano con il tempo;
  • Rendono difficile occuparsi del bambino o di sé stesse;
  • Sono accompagnati da pensieri di autolesionismo o di fare del male al neonato.



In caso di sospetta psicosi post partum, non bisogna mai aspettare: occorre consultare immediatamente un medico o recarsi al pronto soccorso, perché la condizione può mettere in pericolo la vita della madre e del bambino.

Parlare con il ginecologo, con il medico di fiducia o con i familiari è il primo passo per ricevere il sostegno necessario e affrontare questo delicato momento.

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Cause della Depressione Post Partum

La depressione post partum non ha una sola causa. Si tratta, piuttosto, di un insieme di fattori fisici, emotivi e legati allo stile di vita che, combinandosi, possono favorire l’insorgenza della patologia.


Cambiamenti fisici

Dopo il parto, i livelli di estrogeni e progesterone subiscono un brusco calo. Questa variazione ormonale, insieme alla possibile riduzione degli ormoni tiroidei, può provocare stanchezza, umore depresso e perdita di energia. Anche i cambiamenti nel volume sanguigno, nella pressione arteriosa, nel metabolismo e nel sistema immunitario contribuiscono agli sbalzi d’umore tipici di questo periodo.


Fattori emotivi

La nascita di un figlio porta con sé gioia ma anche nuove responsabilità e carichi emotivi. La mancanza di sonno, la paura di non essere all’altezza, la percezione di aver perso il controllo della propria vita, la sensazione di non sentirsi più attraenti o di non riconoscersi nella propria identità, possono amplificare fragilità già presenti e innescare uno stato depressivo.

Influenza dello stile di vita


Le condizioni esterne hanno un impatto importante. Alcuni fattori di rischio sono:

  • la presenza di un neonato particolarmente esigente o di altri figli piccoli da accudire;
  • le difficoltà legate all’allattamento;
  • problemi economici o pressioni lavorative;
  • la mancanza di supporto da parte del partner, della famiglia o di una rete sociale.


Questi elementi, sommati tra loro, possono rendere più difficile affrontare il periodo post partum e aumentare il rischio di sviluppare una depressione.

Fattori di rischio della Depressione Post Partum

La depressione post partum può manifestarsi dopo la nascita di qualsiasi bambino, non solo dopo il primo. Tuttavia, esistono alcune condizioni che possono aumentare il rischio:

  • Storia personale di depressione, sia durante una gravidanza precedente sia in altri momenti della vita.
  • Eventi stressanti recenti, come complicazioni della gravidanza, malattie o la perdita del lavoro.
  • Problemi di coppia, che possono generare ulteriore vulnerabilità emotiva.
  • Difficoltà economiche, che amplificano lo stress e il senso di precarietà.
  • Gravidanza non programmata o indesiderata, che può rendere più complessa l’accettazione del nuovo ruolo materno.
  • Inoltre, il rischio di sviluppare una psicosi post partum è più elevato nelle donne che soffrono di disturbo bipolare, una condizione che merita particolare attenzione e monitoraggio.

Complicazioni della Depressione Post Partum

Se non trattata, la depressione post partum può avere conseguenze importanti sia per la madre che per il bambino.

  • Può compromettere il legame madre-figlio, rendendo difficile costruire quella relazione affettiva fondamentale nei primi anni di vita.
  • I figli di madri che non hanno curato adeguatamente la depressione possono manifestare problemi comportamentali, come difficoltà nel sonno e nell’alimentazione, attacchi di collera e iperattività.
  • Non sono rari anche ritardi nello sviluppo del linguaggio e difficoltà di regolazione emotiva.



Per la madre, una depressione post partum non trattata può:

  • Durare mesi o anni, evolvendo in un disturbo depressivo cronico.
  • Aumentare il rischio di sviluppare in futuro una depressione maggiore, anche a distanza di tempo dalla gravidanza.


Prendersi cura tempestivamente della propria salute mentale è quindi fondamentale non solo per il benessere della madre, ma anche per quello del bambino e dell’intera famiglia.

Diagnosi della Depressione Post Partum

La diagnosi di depressione post partum si basa principalmente sulla valutazione clinica e sulla verifica dei criteri previsti per la depressione maggiore.


Un aspetto fondamentale è la tempestività della diagnosi: quanto prima viene riconosciuto il disturbo, tanto più rapidi ed efficaci saranno gli interventi, con benefici significativi sia per la madre che per il bambino.


Per facilitare l’individuazione delle pazienti a rischio, sono stati sviluppati strumenti di screening specifici, tra cui:

  • Edinburgh Postnatal Depression Scale (EPDS o Scala di Edimburgo)
  • Postpartum Depression Screening Scale (PDSS)



Questi test, somministrati da professionisti della salute, aiutano a riconoscere precocemente i sintomi e ad avviare un percorso di cura mirato.

Come si Cura la Depressione Post Partum

La terapia varia a seconda della gravità del disturbo e dei bisogni individuali della paziente.


Baby blues

Quando si tratta del cosiddetto baby blues, i sintomi si risolvono spontaneamente entro pochi giorni o al massimo due settimane. In questo periodo è utile:

  • Riposare il più possibile.
  • Accettare l’aiuto di familiari e amici.
  • Condividere esperienze e vissuti con altre neomamme.
  • Evitare l’alcol, che può peggiorare gli sbalzi d’umore.

Se è presente un problema di tiroide poco attiva, il medico potrà prescrivere una terapia sostitutiva.


Depressione post partum vera e propria

Nei casi più complessi, la cura prevede:

  • Psicoterapia e consulenza specialistica con psichiatra o psicologo, per comprendere i sentimenti, affrontare i problemi e definire strategie di adattamento.
  • Terapia di coppia o familiare, utile quando le dinamiche relazionali giocano un ruolo significativo.
  • Farmaci antidepressivi, prescritti dallo specialista quando necessario. Alcuni sono compatibili con l’allattamento, poiché comportano rischi minimi per il neonato.
È fondamentale non interrompere precocemente la terapia, anche se si notano miglioramenti, per evitare ricadute.

Psicosi post partum

La forma più grave, la psicosi post partum, richiede un ricovero immediato. In questo caso, il trattamento prevede:

  • Somministrazione di antidepressivi, antipsicotici o stabilizzanti dell’umore, a seconda della gravità del quadro clinico.
  • Valutazioni aggiuntive sulla possibilità o meno di proseguire l’allattamento, dato che la separazione dal neonato e i farmaci utilizzati possono renderlo difficile o sconsigliato.

FAQ Domande Frequenti sulla depressione post partum

La depressione post partum può suscitare molti dubbi e timori nelle neomamme e nei loro familiari.
Per aiutarti a comprendere meglio questo disturbo e sapere come affrontarlo, abbiamo raccolto le
domande più frequenti con risposte chiare e pratiche.

  • 1. La depressione post partum è la stessa cosa del baby blues?

    No, il baby blues è una condizione transitoria e lieve, che si risolve entro pochi giorni o settimane. La depressione post partum invece è più persistente, può durare mesi e richiede un intervento specialistico.

  • 5. Esistono fattori di rischio che aumentano la possibilità di svilupparla?

    Presso Oxilab di Villafranca puoi rivolgerti alla dott.ssa Francesca Girlanda, psicologa esperta in ansia e disturbi emotivi, che accompagna i pazienti in percorsi personalizzati di supporto e cura.

  • 2. Quanto è diffusa la depressione post partum?

    Colpisce circa il 10-20% delle neomamme, ma la percentuale può variare. Spesso non viene diagnosticata perché molte donne non parlano del loro disagio.

  • 3. Quali sono i sintomi principali da riconoscere?

    Umore depresso, perdita di interesse, forte stanchezza, insonnia o ipersonnia, sensi di colpa, difficoltà di legame con il bambino e, nei casi più gravi, pensieri di autolesionismo.

  • 4. La depressione post partum può influenzare il bambino?

    Sì. Se non trattata, può compromettere il legame madre-figlio e portare a difficoltà comportamentali e di sviluppo cognitivo nel bambino.

  • 6. Come si cura la depressione post partum?

    Attraverso psicoterapia, supporto psicologico e, nei casi più gravi, farmaci antidepressivi prescritti dal medico. La psicosi post partum invece richiede un ricovero immediato.

  • 7. È possibile allattare durante una terapia farmacologica?

    In alcuni casi sì: esistono antidepressivi compatibili con l’allattamento, ma la scelta deve essere sempre condivisa con il medico.

Se stai vivendo momenti di ansia, tristezza o difficoltà dopo il parto, i nostri specialisti possono aiutarti con un percorso personalizzato. Prenota una seduta con la dott.ssa Francesca Girlanda presso Oxilab Villafranca e inizia un percorso mirato al tuo benessere psicologico.


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