Elettrocardiogramma (ECG): a cosa serve e come si svolge

9 settembre 2025

Elettrocardiogramma (ECG): cos’è, come si esegue, tipologie e cosa rivela sul cuore

L’elettrocardiogramma (ECG) è uno degli esami più semplici e diffusi per valutare lo stato di salute del cuore. Attraverso l’applicazione di piccoli elettrodi sulla pelle, l’ECG registra l’attività elettrica cardiaca e la traduce in un grafico, il cosiddetto tracciato elettrocardiografico. È un test rapido, indolore e non invasivo, che può fornire informazioni preziose sul ritmo del cuore, sulla presenza di aritmie, sulla funzionalità delle coronarie e sul corretto funzionamento di dispositivi come pacemaker e defibrillatori.
Disponibile in diverse modalità –
a riposo, dinamico (Holter) e sotto sforzo – l’ECG rappresenta uno strumento fondamentale sia per la diagnosi precoce che per il monitoraggio di patologie cardiovascolari già note.



Elettrocardiogramma (ECG): a cosa serve e come si svolge

Cos’è l’elettrocardiogramma (ECG)

L’elettrocardiogramma, conosciuto con la sigla ECG, è un esame diagnostico non invasivo che registra e rappresenta graficamente l’attività elettrica del cuore. Lo strumento utilizzato si chiama elettrocardiografo e consente di rilevare informazioni preziose sul ritmo e sul funzionamento cardiaco.


Grazie all’ECG è possibile individuare numerose condizioni, tra cui:

  • aritmie cardiache,
  • infarto del miocardio,
  • anomalie degli atri o dei ventricoli,
  • segni di sofferenza coronarica.

L’esame è utile anche per monitorare il corretto funzionamento di dispositivi impiantati, come il pacemaker o il defibrillatore cardioverter, nei pazienti che ne sono portatori.


Esistono tre principali tipologie di elettrocardiogramma:

  1. ECG a riposo, eseguito mentre il paziente è sdraiato e rilassato;
  2. ECG dinamico secondo Holter, che registra l’attività cardiaca per 24-48 ore durante le normali attività quotidiane;
  3. ECG sotto sforzo, effettuato mentre il paziente compie attività fisica controllata (es. cyclette o tapis roulant).


Il cardiologo interpreta il tracciato elettrocardiografico, che rappresenta graficamente ogni battito, per valutare lo stato di salute del cuore e individuare eventuali anomalie.


Cuore: breve richiamo di anatomia e funzione

Il cuore è un organo muscolare situato al centro del torace e suddiviso in quattro cavità: atrio destro, atrio sinistro, ventricolo destro e ventricolo sinistro. È formato da un tessuto speciale, il miocardio, che ha la caratteristica unica di generare e condurre impulsi elettrici in modo autonomo, senza il bisogno di stimoli esterni.

Questi impulsi, responsabili delle contrazioni ritmiche del cuore, hanno origine nel nodo seno-atriale, situato nell’atrio destro. Questo nodo funziona come un vero e proprio “orologio naturale” del cuore, regolando la frequenza cardiaca e garantendo un ritmo regolare, chiamato ritmo sinusale.

Grazie all’ECG, il cardiologo può osservare se il ritmo sinusale è conservato o se sono presenti alterazioni che possono indicare aritmie, ischemie o altre patologie cardiache

A cosa serve l’elettrocardiogramma (ECG)

L’elettrocardiogramma è uno strumento fondamentale nella pratica clinica cardiologica perché permette di rilevare numerose condizioni legate alla salute del cuore. In particolare, consente di diagnosticare e monitorare:

  • Aritmie cardiache
    L’ECG mostra eventuali alterazioni del normale ritmo cardiaco (ritmo sinusale). In condizioni normali, il cuore di un adulto a riposo batte tra i
    60 e i 100 battiti al minuto. Un ritmo troppo lento (bradicardia), troppo veloce (tachicardia) o irregolare può essere facilmente rilevato.
  • Ischemia e infarto del miocardio
    L’esame individua segni di ischemia (ridotto afflusso di sangue al cuore) o di infarto, causati da restringimento o occlusione delle arterie coronarie, i vasi che nutrono il miocardio. L’ECG è indispensabile anche per i pazienti che hanno già avuto un infarto, poiché permette di monitorare nel tempo la funzionalità cardiaca e prevenire nuove complicanze.
  • Alterazioni strutturali delle cavità cardiache
    Permette di individuare condizioni come
    cardiomiopatia dilatativa, cardiomiopatia ipertrofica, ipertrofia ventricolare sinistra o cardiomegalia (cuore ingrossato), dove le pareti di atri e ventricoli possono risultare ispessite o dilatate.
  • Disturbi della conduzione elettrica
    Alcune condizioni, come la
    sindrome del QT lungo o i blocchi di branca (destro o sinistro), sono rilevabili tramite tracciato elettrocardiografico.


Oltre alla diagnosi, l’ECG è utile anche per:

  • valutare il corretto funzionamento di pacemaker e defibrillatori impiantabili;
  • monitorare gli effetti di alcuni farmaci che possono influenzare il ritmo o la conduzione elettrica del cuore.
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Preparazione all’elettrocardiogramma: cosa sapere

L’elettrocardiogramma (ECG) non richiede in genere alcuna preparazione particolare. È un esame rapido, indolore e sicuro che può essere svolto in qualunque momento della giornata.

Ci sono però alcune accortezze utili:

  • se il paziente è in terapia farmacologica, è importante informare il cardiologo sui farmaci assunti, perché alcuni possono influenzare il ritmo cardiaco;
  • chi è portatore di pacemaker o di dispositivi simili deve comunicarlo al medico, così da consentire una corretta valutazione del tracciato.


Come vestirsi per l’ECG

Per facilitare l’esecuzione dell’esame è consigliabile indossare abiti comodi, che permettano di scoprire facilmente il torace, le braccia e le gambe, zone dove vengono applicati gli elettrodi. Se l’ECG prevede anche il test da sforzo, meglio scegliere abbigliamento sportivo e scarpe adeguate all’attività fisica.

Come si esegue l’elettrocardiogramma: strumenti e principali tipologie

Esistono tre tipologie principali di elettrocardiogramma (ECG):

  • ECG a riposo (o di base);
  • ECG dinamico secondo Holter;
  • ECG sotto sforzo.

Prima di entrare nel dettaglio, è utile capire come funziona lo strumento utilizzato: l’elettrocardiografo.
Si tratta di un dispositivo computerizzato che, tramite una serie di
elettrodi applicati sulla pelle, registra l’attività elettrica del cuore e la traduce in un grafico chiamato tracciato elettrocardiografico. Questo tracciato mostra una sequenza di onde e intervalli la cui forma e distanza consentono al cardiologo di interpretare lo stato di salute del cuore.

La velocità standard di registrazione dell’elettrocardiografo è di 25 millimetri al secondo (25 mm/sec). Questo significa che:

  • ogni quadratino di 1 mm sul foglio corrisponde a 0,04 secondi;
  • 5 quadratini (5 mm) equivalgono a 0,2 secondi;
  • 5 quadrati grandi corrispondono a 1 secondo.


L’elettrocardiogramma a riposo (ECG a riposo)

È la forma più comune di ECG e viene eseguita in ambulatorio.
Il paziente, dopo aver tolto gli indumenti dalla parte superiore del corpo, si sdraia su un lettino. Sul torace, sulle braccia e sulle gambe vengono applicati
12-15 elettrodi (tramite cerotti adesivi, ventose o gel conduttivo).

Una volta collegati gli elettrodi, il cardiologo o l’assistente avvia la registrazione. L’esame dura pochi secondi: tempo sufficiente a ottenere un tracciato chiaro e completo dell’attività elettrica del cuore. Durante la registrazione è importante restare fermi e respirare normalmente, evitando di parlare o muoversi, per non alterare i risultati.

Nel complesso, dalla preparazione alla fine della registrazione, l’ECG a riposo dura solo alcuni minuti.

L’elettrocardiogramma secondo Holter (ECG dinamico)

L’elettrocardiogramma secondo Holter è una variante dell’ECG che consente di monitorare l’attività elettrica del cuore per 24-48 ore consecutive, grazie a un piccolo elettrocardiografo portatile.

Questo esame nasce dall’esigenza di identificare quelle aritmie intermittenti o sintomi cardiaci sporadici che un ECG a riposo, della durata di pochi secondi, potrebbe non registrare.


Come funziona l’Holter cardiaco

La procedura è semplice, veloce e indolore:

  • un assistente applica sul torace del paziente alcuni elettrodi adesivi, collegati a un registratore portatile delle dimensioni di un cellulare;
  • il dispositivo resta fissato alla cintura o al collo e registra in continuo il ritmo e l’attività elettrica del cuore, salvando i dati in una memoria interna.

L’esame prevede due fasi:

  1. Registrazione: il paziente porta l’elettrocardiografo per tutto il periodo indicato (24-48 ore), continuando a svolgere le normali attività quotidiane, con l’accortezza di non staccare gli elettrodi o urtare lo strumento.
  2. Analisi dei dati: terminata la registrazione, i dati vengono scaricati ed elaborati tramite software dedicati. Il cardiologo interpreta il tracciato Holter, valutando eventuali aritmie, variazioni di ritmo o alterazioni che potrebbero non emergere in un ECG tradizionale.

L’elettrocardiogramma sotto sforzo

L’elettrocardiogramma sotto sforzo (o test da sforzo) è un esame che registra l’attività elettrica del cuore mentre il paziente svolge un’attività fisica controllata, come camminare su un tapis roulant o pedalare su una cyclette. In alcuni casi specifici, lo sforzo può essere simulato attraverso la somministrazione di farmaci che aumentano la frequenza cardiaca.


A cosa serve

Lo scopo del test è osservare come il cuore reagisce a uno sforzo fisico crescente, valutando:

  • la capacità del muscolo cardiaco di adattarsi all’aumento della richiesta di sangue e ossigeno;
  • l’eventuale comparsa di alterazioni del ritmo;
  • la presenza di sofferenza coronarica o ischemia che a riposo potrebbero non emergere.


Come si svolge

Un assistente medico applica sul torace del paziente alcuni elettrodi adesivi, collegati all’elettrocardiografo. Durante l’esame il paziente svolge l’attività fisica indicata, mentre vengono monitorati in tempo reale:

  • il ritmo e l’attività elettrica del cuore,
  • la pressione arteriosa,
  • i sintomi riferiti (affaticamento, dolore toracico, affanno).


La durata complessiva di un ECG sotto sforzo è di circa 20-30 minuti, compresi preparazione, esecuzione e recupero.

Risultati e grafici dell’elettrocardiogramma

L’elettrocardiogramma (ECG) è uno strumento fondamentale perché consente di identificare con precisione eventuali alterazioni del ritmo cardiaco. Queste possono essere dovute a un problema nella conduzione dell’impulso elettrico attraverso il miocardio o a una condizione di sofferenza del cuore, come un infarto o una cardiomiopatia.

Per comprendere meglio le particolarità dei tracciati alterati, è utile partire da quello che si osserva in un elettrocardiogramma normale.


Elettrocardiogramma normale (ECG normale)

Il tracciato di un cuore sano presenta cinque onde caratteristiche, indicate con le lettere P, Q, R, S e T. Insieme, formano il cosiddetto complesso PQRST, che rappresenta l’intero ciclo cardiaco.

  • Onda P: indica la contrazione degli atri (depolarizzazione atriale).
  • Dura in media 0,08 secondi (tra 0,05 e 0,12), corrispondenti a circa 2 quadratini della carta millimetrata.
  • Dopo l’onda P compare l’intervallo PR, che rappresenta il tempo impiegato dall’impulso elettrico per propagarsi dal nodo seno-atriale al nodo atrio-ventricolare e al fascio di His. Ha una durata compresa tra 0,16 e 0,20 secondi (4-5 quadratini).
  • Complesso QRS: corrisponde alla contrazione dei ventricoli (depolarizzazione ventricolare).
  • Ha una durata media di 0,12 secondi (circa 3 quadratini).
  • Durante questa fase avviene contemporaneamente anche il rilassamento degli atri (ripolarizzazione atriale).
  • Onda T: rappresenta il rilassamento dei ventricoli (ripolarizzazione ventricolare).
  • Dopo l’onda T si osserva un tratto orizzontale che precede l’onda P successiva, momento in cui inizia un nuovo ciclo cardiaco.
  • Intervallo R-R: è lo spazio compreso tra due onde R consecutive ed equivale a un intero ciclo cardiaco. L’onda R è la più evidente del tracciato ed è per questo il riferimento principale nell’analisi.

FAQ Elettrocardiogramma: le risposte alle domande più frequenti

Per chiarire i dubbi più comuni, abbiamo raccolto qui sotto le domande frequenti sull’elettrocardiogramma: dalle indicazioni su come si svolge e se fa male, fino alla sua utilità diagnostica.

  • L’elettrocardiogramma è doloroso?

    No, l’ECG è un esame rapido, indolore e non invasivo: gli elettrodi applicati sulla pelle registrano soltanto l’attività elettrica del cuore, senza trasmettere impulsi.

  • Quanto dura un elettrocardiogramma?

    Un ECG a riposo dura pochi minuti; le versioni dinamiche (Holter) possono durare 24-48 ore, mentre il test da sforzo richiede in genere 20-30 minuti.

  • Serve una preparazione particolare prima dell’ECG?

    No, non è necessaria una preparazione specifica. È solo consigliato indossare abiti comodi e, se si assumono farmaci o si è portatori di pacemaker, comunicarlo al medico.

  • Che differenza c’è tra ECG a riposo, da sforzo e Holter?

    A riposo: registra il ritmo cardiaco in condizioni normali.


    Da sforzo: analizza la risposta del cuore durante esercizio fisico controllato.


    Holter: monitora l’attività elettrica per 24-48 ore per rilevare aritmie discontinue.



  • Cosa si può scoprire con un elettrocardiogramma?

    Un ECG può rivelare aritmie, segni di infarto, anomalie strutturali (come ipertrofia ventricolare), sofferenze coronariche, effetti di farmaci sul cuore e il corretto funzionamento di pacemaker o defibrillatori impiantabili.

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